Presenza online efficace: definisci il tuo target

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In questa seconda tranche di “pillole” di presenza online efficace di Elena Setzu, l’esperta risponde alle domande di Antonella e Maura, due ascoltatori di Radio Internazionale, dove Elena fornisce quotidiani consigli, focalizzandosi sull’importanza del target per definire e attuare strategie volte a potenziare la presenza digitale della propria azienda o attività.

Scopriamole subito insieme, ricordandoti che il libro dell’autrice “Presenza online efficace” appartiene alla nostra collana Web Book e puoi acquistarlo facilmente sul nostro sito, oltre che in tutte le librerie online e offline. Buona lettura!

1.PILLOLA: Presenza online, straparlare di sé per ottenere clienti

Ciao Elena,  sono Antonella da Oristano, penso che questo mio dubbio possa interessare molti ascoltatori.  Ho un negozio in centro e qualche tempo fa è venuto un ragazzo, una sorta di venditore porta a porta, che lavora in un’agenzia pubblicitaria.  Ci ha proposto un contratto per seguirci la pagina Facebook spiegandoci che avrebbe esaltato tantissimo le nostre qualità, etc., mandandoci delle bozze in cui effettivamente scriveva delle cose che ci rendevano irresistibili, ma comunque quelli non eravamo noi.  Io non ho accettato il contratto per il momento, proprio perché ho paura che questa cosa porti nuovi clienti ma poi questi siano scontenti.  E’ giusto o sbagliato straparlare di sé? Penso che mi dirai che sia sbagliato, però magari hai da fare uno dei tuoi soliti fantastici aneddoti con eccezioni o casi particolari.  Grazie  Anto
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Ciao Antonella
Vedo che hai già capito molto del mio modo di pensare, mettendo le mani avanti e scrivendo che secondo te io ritengo tutto ciò sbagliato! Ed è esatto.
Oggi ti racconto un aneddoto, con una premessa.
Hai presente quando sei, ad esempio sui Social network, e mentre navighi ti ritrovi una sorta di pubblicità con la scritta “Sponsorizzata”, che ti propone un prodotto di tuo interesse?
Sia esso un viaggio, una bella auto, un negozio di scarpe…
Ecco, tu vedi quella sponsorizzata perché qualcuno (chi lo fa bene e chi male) ha pensato che tu rientri in quel target.
Mi spiego meglio: i prodotti che ti capita di vedere in questa modalità, sono o non sono quasi sempre, prodotti che ti è capitato di seguire o cercare online?
Ecco. Tu sei il bersaglio dell’azienda che paga per quella sponsorizzata.
La chiave di risposta alla tua domanda è questa: IL TARGET.

Una volta mi è capitata sotto gli occhi la sponsorizzata di un locale, bellissimo, attraente, con una descrizione che mi ha fatto morire dalla voglia di andarci. Era un locale di fascia medio-alta. Io frequento anche il bar sotto casa, sia chiaro, ma lo faccio consapevolmente.
Quello dell’inserzione era un locale di buon livello, così mi è stato proposto. Sprizzava eleganza, raffinatezza e relax.

Ci sono andata e ho trovato questo: un locale in cui due erano le pareti ben allestite che erano state fotografate nel post, il resto era tutto abbastanza diverso da come sembrava, e fino a qua va anche quasi bene.
Poi però, si avvicina al tavolo il gestore del locale, e quando io gli ho detto “sono venuta qua perché ho visto l’inserzione su Facebook” ha risposto “ah beh, con quello che spendiamo, almeno a qualcosa forse serve”.
Tralasciando il fatto che è stato come un pugnale al cuore per vari motivi.
Vado in un locale che si prospetta garantirmi una serata di relax e piacere in un ambiente elegante e maturo, e mi ritrovo un gestore che si lamenta per questioni economiche, e che perdipiù non è preparato per accogliermi nel modo in cui dice di accogliere le persone.

Quello che un utente si aspetta quando tu lo “catturi” è che l’aspettativa creata nella pubblicazione sia estesa nell’esperienza d’uso che vivrà poi anche offline, se si tratta di un negozio fisico o simili.
Quello che tu vai a catturare è un potenziale cliente in target?
Rispondi a questa domanda prima di firmare qualunque contratto.
Io non ero un cliente in target per quel locale.
Lui voleva farmelo credere, ma come dice uno dei maestri che io seguo: “chi ti paga una volta è acquirente, chi ritorna a comprare da te è cliente”, e io di certo in quel locale non tornerò.

Quindi: impegnati ad essere il meglio per il tuo target e a pianificare un’esperienza d’uso fantastica per lui, dopo di che, raccontati per quel che sei e fai in modo che l’aspettativa delle persone trovi armonia e continuità nell’esperienza di acquisto.

2.PILLOLA: Presenza web, conta davvero essere primi su Google?

Ciao Elena, sono Maura da Villamar e anche io ho acquistato il tuo libro, che farò leggere anche ai miei colleghi. Grazie per aver creato un manuale comprensibile anche per noi che siamo un po’ “ignoranti” in materia. La mia domanda è questa: continuano a dirci che quel che conta è essere primi su Google, in prima posizione, è una cosa vera? Ha senso spendere un sacco per essere in alto su Google? Io ho un sito web che modifico da sola, ma non è in alto su Google, stiamo pensando di fare dei lavori di ottimizzazione però hanno costi elevati e mi chiedevo se fosse davvero quel surplus che fa la differenza. Grazie da Maura.
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Ciao Maura,
Benvenuta, grazie a te per questo feedback.
Ti rispondo volentieri, perché ho una posizione molto ferma sull’argomento.
Sicuramente, anni fa, quando i siti erano pochissimi, a conferire automaticamente e a tavolino buona parte dei privilegi introdotti dall’online era la posizione di risalto. Il buon vecchio motto da venditore di siti recitava “se sei oltre la seconda pagina non ti legge nessuno”, il ché tutto sommato è anche vero, però la mia visione parte da più lontano.
Prima ancora del “dove mi trovo”, devi chiederti “come mi trovo”.

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Ti faccio una domanda:
Hai studiato il tuo target ed il tuo obiettivo unico e focalizzato, e hai improntato i materiali del tuo sito su questo?
Oppure hai un sito che riporta immagini di bassa qualità, viste su mille altri siti, e varie frasi fatte tipo “la nostra famiglia da 40 anni ti garantisce professionalità e serietà….”?
Perché se la tua situazione online è quella che ho appena descritto, non ha proprio senso che tu sia prima su Google, a meno che tu operi in un settore in cui la concorrenza è messa peggio, il che è possibile ma non è una cosa così frequente.

Ti faccio un’altra domanda.
Se il tuo sito ha già superato quella che io nel libro chiamo “fase correttiva”, che raccoglie ciò che ti ho appena detto più una serie di altre azioni, vuol dire che se io cerco il nome della tua azienda sui motori di ricerca e anche sui social network, non trovo niente che non sia perfetto per il target e l’obiettivo, giusto?
Perché come ben sappiamo, in molti settori è usuale poi cercare su Google o su Facebook il nome dell’azienda o del professionista. Quindi dobbiamo costruire quello che sul libro chiamo “ambiente favorevole” e dare continuità all’esperienza d’uso iniziata con la tua presenza attraverso il sito.

Ecco. Se hai fatto un bel lavoro sotto tutti questi aspetti, ha senso essere primi su Google. Colgo l’occasione però, se posso, per dirti che non sei obbligata ad investire svariate centinaia di euro per posizionarti in alto, con quella che si chiama SEO, ma esistono alcuni libri molto molto validi che ti insegnano a farlo da te, dato che sei tu che ti gestisci il sito.

Io ti consiglio quelli del mio stesso editore, Dario Flaccovio, non perché sono di parte ma perché ne ho letti tanti e da sempre sostengo che i più validi e seri siano i suoi.
Ti ringrazio per la tua domanda!

Elena Setzu

Sito personale : esetz.it/
Esperta di presenza online, consulente aziendale e docente di marketing. Passa le giornate a rendere unica, efficace e vincente la presenza online dei suoi clienti sparsi per l’Italia.

Libri scritti da Elena Setzu

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