Realtà aumentata: cos’è e come sfruttarla per il marketing

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Negli ultimi anni si è sentito parlare sempre più di realtà aumentata e di come aziende e brand stiano integrando questa tecnologia nel loro marketing mix per potenziare e rendere più ingaggiante la propria comunicazione off- e online. Tuttavia il potenziale della realtà aumentata non si limita solo alle strategie di marketing e comunicazione: grazie alla sua versatilità l’AR non pone alcun limite ai possibili campi di applicazione e basta un pizzico di creatività per creare esperienze super ingaggianti e interattive.

Il mercato dell’AR ha un futuro brillante, e sempre più aziende – anche quelle piccole e di medio livello – adotteranno questa tecnologia nei prossimi anni per migliorare le loro strategie di marketing. Ma vediamo meglio di cosa si tratta.

Cos’è la Realtà Aumentata?

La realtà aumentata (nota anche con l’acronimo AR) è una tecnologia che permette agli utenti di sovrapporre contenuti digitali alla vita reale, e visualizzarli direttamente dallo schermo del proprio smartphone o tablet. Fin qui, nulla di troppo complesso. L’AR ha ricevuto molta attenzione da parte del pubblico grazie a giochi in realtà aumentata come Pokémon Go, che ha il merito di aver sdoganato questa tecnologia nel mass-market, rendendo possibile l’interazione con i Pokémon attraverso lo schermo di uno smartphone e permettendo agli utenti di visualizzarli immersi nel contesto reale in cui si trovano in quel momento. Grazie a queste esperienze come questa che la hanno fatta approdare al pubblico di massa, l’AR è sul punto di diventare mainstream e si sta dimostrando uno strumento potentissimo per PMI, agenzie e freelance che vogliono sfruttare appieno tutte le potenzialità di questa tecnologia. Spesso la realtà aumentata viene confusa con la realtà virtuale, ma si tratta di due tecnologie molto diverse; la realtà virtuale (VR) è infatti un’esperienza completamente immersiva per l’utente, che non ha nessun tipo di interazione con il mondo fisico circostante.

La realtà virtuale è una simulazione generata dal computer di immagini 3D con cui l’utente può interagire in modo realistico attraverso l’utilizzo di un visore e/o guanti; questa tecnologia è spesso usata per i videogiochi e Sony ha messo sul mercato un visore che può essere usato con molti titoli disponibili per Playstation. Tuttavia quella vissuta in VR, rimane ad oggi un’esperienza difficilmente scalabile a causa della necessità di possedere un visore.

Il rapporto tra AR e Marketing

L’AR marketing è uno dei trend più disruptive degli ultimi anni e la sua popolarità non accenna affatto a diminuire. Grandi brand e multinazionali come Coca Cola o Burger King hanno già lanciato campagne di marketing in AR trasformando i propri prodotti, servizi o pubblicità in esperienze ingaggianti e divertenti che hanno coinvolto milioni di persone in tutto il mondo. Ma perché la realtà aumentata nelle applicazioni di marketing è così efficace? La realtà aumentata, di fatto, riduce lo sforzo mentale necessario per collegare le informazioni digitali sul mondo fisico con il contesto a cui si applicano. Mentre il mondo fisico è tridimensionale e la maggior parte dei dati è intrappolata su schermi e pagine 2D, infatti, noi viviamo in un mondo tridimensionale.

Questo scarto tra il mondo reale e quello digitale limita la nostra capacità di comprendere in modo rapido ed efficace le informazioni a nostra disposizione e quindi di tenerle a mente. Ed è qui che la realtà aumentata risolve questo problema sovrapponendo dati digitali a oggetti reali. Mettendo i dati direttamente nel contesto “fisico” in cui le applicheremo, la realtà aumentata accelera la nostra capacità di assorbire e agire sulle informazioni, ci incoraggia ad interagire con le esperienze e quindi con il brand, aumentando la fidelizzazione.

Uno sguardo alle 3 diverse esperienze di realtà aumentata

Come abbiamo visto, la realtà aumentata si basa su dinamiche piuttosto semplici: si tratta di un modo di percepire la realtà “migliorata” con componenti digitali che vengono letteralmente sovrapposte al contesto in cui si trova l’utente. La realtà aumentata può avere diversi campi di applicazione che richiedono tipologie di esperienze diverse. Prima di creare una campagna AR, ci sono quindi alcune domande che un brand o un freelance deve porsi, una fra tutte: “Quale contenuto ho intenzione di far visualizzare agli utenti?” e poi “Quale interazione mi aspetto da parte loro?”.

A seconda della risposta andremo a creare una determinata esperienza in AR, attivata da un trigger specifico. Con trigger intendiamo quel marcatore, l’immagine o il luogo che, riconosciuto dall’algoritmo, lancia l’esperienza in AR sullo schermo dell’utente. Ci sono tre diversi tipi di trigger, che lanciano tre diverse esperienze AR:

  1. Esperienza marker based: l’esperienza si attiva quando l’utente scansiona un marcatore specifico che può essere un QR code, un’immagine o un oggetto.
  2. Esperienza markerless: l’utente può posizionare e visualizzare modelli 3D in AR nello spazio attorno a sé, senza dover un ancoraggio specifico.
  3. Esperienza location based: l’esperienza si attiva quando l’utente raggiunge una certa posizione, determinata dal GPS del suo dispositivo.

Di fatto il bello della realtà aumentata è che crea un ambiente ibrido, in cui l’utente interagisce sia con il mondo reale che con quello virtuale, ed è facile intuire come questo aspetto sia particolarmente interessante per chi fa marketing! Ad oggi, la realtà aumentata è una tecnologia davvero all’avanguardia da integrare nel marketing mix di aziende, studi creativi o freelance che vogliono potenziare la propria presenza sul mercato e la loro strategia di comunicazione. Nel nostro libro sulla realtà aumentata per il marketing raccontiamo nel dettaglio come l’AR può diventare uno strumento fondamentale nel marketing mix di PMI, freelance e studi creativi, esplorando i diversi ambiti di applicazione e analizzando casi studio e customer stories della nostra piattaforma di AR marketing fai-da-te, Aryel.

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