Il cambiamento necessario per una ripresa vincente del turismo

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Nel settore del turismo tutto è sempre andato alla velocità della luce e ognuno di noi si è lamentato di non avere abbastanza tempo, perché preso da mille situazioni. Molte persone, incontrandosi per strada, si sono abituate a non guardarsi neanche in faccia, cogliendo ogni minimo pretesto per far esplodere la propria rabbia, in ogni ambito della vita.

Questa mancanza di attenzione per l’altro si è tradotta in puro egoismo e individualismo. La maggior parte delle persone ha mantenuto un debole interesse dedicato a pochi membri del proprio ristretto entourage, spesso dimenticando anche questi ultimi.

Il settore alberghiero ha completamente perso di vista il cliente e il valore di una accoglienza che davvero lo valorizzi. Le persone sono diventate dei numeri: tutto è stato focalizzato solo sulla propria corsa a ottenere più revenue. Negli ultimi anni ho notato spesso che in molte strutture il tempo dedicato all’accoglienza è sempre diminuito, fino a diventare quasi inesistente.

Le nostre città sono state invase per anni da flussi di turisti incontrollati che, oltre a deturpare il nostro territorio, non hanno potuto nemmeno godere dei nostri servizi al meglio. Questo perché il focus di ogni operatore turistico è stato ottenere più gente possibile per guadagnare di più senza preoccuparsi del livello di servizio offerto.

La situazione particolare che stiamo vivendo ora in Italia è un grande punto di svolta per ognuno di noi. Questo periodo serve a rimetterci gradualmente in moto per prepararci a un futuro migliore.

Questo è il momento di programmare, dobbiamo ripartire dalle basi dell’accoglienza, dobbiamo essere in grado di valorizzare il turista e non di usarlo solo per fare più fatturato. Dobbiamo dedicargli il tempo necessario per apprezzare il valore del nostro paese e di tutto ciò che offre. Dobbiamo ritornare ad essere i maestri dell’accoglienza e a far sentire le persone importanti, facendogli vivere un’esperienza unica.

Come ho scritto nel mio libro “Unconventional coaching alberghiero”, credo che il tempo dedicato all’accoglienza delle persone in una struttura turistica sia fondamentale. Essere accolti e accompagnati nella storia e tradizione del luogo, percependo la passione del nostro lavoro, permette al cliente di sentirsi protetto e come a casa.

Credo che l’Italia abbia la fortuna di non essere invasa da grandi compagnie turistiche alberghiere: la maggior parte sono piccoli imprenditori che hanno letteralmente costruito il turismo italiano. Ora credo sia il momento di lasciare spazio a una nuova forma di turismo, giovane, molto più dinamico e in grado di utilizzare le basi della nostra cultura e tradizione in modo innovativo.

Viviamo nel miglior paese del mondo e abbiamo tutto. In questo momento dobbiamo prima valorizzare noi stessi, come persone e i rapporti con gli altri, poi dobbiamo valorizzare il territorio che abbiamo. Bisogna ritornare a testare il livello di ospitalità prima di tutto su noi stessi, prendendoci il nostro tempo e riscoprendo tutto il nostro territorio per poi farlo scoprire ai nostri clienti.

Quello che serve è un lavoro interiore per capire cosa ci rende unici come persone e da lì, diffondere la nostra visione. Se prima il lavoro da fare è stato molto individuale, nella fase di “ripresa” che ci aspetta, sarà necessaria più collaborazione e più supporto reciproco anche tra quelli che si sono sempre considerati solo dei “competitor”. L’approccio e la capacità di “fare rete” a mio parere sarà molto importante e potrà aiutarci.

Sicuramente la ripartenza dell’intero settore non sarà una passeggiata, ma sarà l’occasione per rinnovare ed innovare.

Ho il piacere di parlartene più approfonditamente nella bella video intervista con la mia casa editrice. Buon ascolto e buona visione!

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