Creatività: il potere salvifico della noia

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Cos’è la creatività e come funziona

Che cos’è la creatività? E quanto incide la noia nel processo creativo?

Alcuni anni fa ho iniziato un libro ancora oggi non finito, si chiama “Il re pallido” e lo ha scritto Mr. David Foster Wallace, insegnante, letterato e mente illuminata che ha lasciato questo mondo molto giovane e che a suo modo ha reso migliore, spiegando ai ragazzi il senso della condivisione, dell’empatia, della comunicazione vera fatta di chi parla e chi ascolta. Tutti ricorderanno “Questa è l’acqua” e se non lo ricordate è il caso di inserire questo tassello fondamentale per il vostro archivio mnemonico ed emotivo.

Wallace ha scritto un libro di 750 pagine dedicate alla noia.

La fenomenologia della noia, l’inno supremo alla noia e alla sua utilità.

La stessa noia che induce molti all’abulia oppure induce altri a sfogare il senso di frustrazione e insoddisfazione perpetuando il male. La noia che per Schopenhauer si alterna al dolore, al male di vivere, generato dalla mancata soddisfazione del desiderio o dal possesso di beni materiali effimeri e contingenti.

Poi, c’è la noia che stimola la creatività.

Wallace suggerisce di non sottrarsi all’eventuale noia delle cose.

Questo periodo ha indotto molti, ed alcuni li induce tutt’ora più di altri, alla riflessione, alla solitudine, alla permanenza in casa.

La maggior parte ha avuto delle ricadute sul piano psichico ed emotivo, con la sensazione di essere persi e lasciati alla deriva, senza nemmeno poter sentire il vento in faccia.

Il ruolo creativo della noia può essere fonte di riscoperta di vecchie passioni e antiche attitudini sotterrate dal frenetico quotidiano che induce a ritenere vivibile solo un mondo nel quale si possa continuamente muoversi da un punto all’altro principalmente per passeggiare, scoprire, pagare cibo e acquistare beni di consumo.

Questo è ciò a cui l’uomo è abituato, questo è ciò che considera normale. Questo è ciò che fa girare l’economia.

Scrittura creativa e noia: coppia rivoluzionaria

In un’ottica di cambiamento di prospettiva e di visione delle cose, il ruolo della noia può essere salvifico e incentivare il ricorso alla scrittura creativa, ad esempio, o comunque alla scrittura in generale, perché la creatività non ha confini.

Una ricerca condotta tra gli italiani nel marzo 2020 ha scoperto che “noia” e “mancanza di libertà” sono gli effetti collaterali negativi più comunemente citati delle restrizioni introdotte dalla pandemia.

Prendere la noia e farne qualcosa di grande, dunque, o in generale farne qualcosa e basta: come ad esempio scrivere sul blog! Le persone si annoiano quando non impegnano a sufficienza la loro capacità di attenzione. Volgere lo sguardo verso qualcosa che possa meritare spazio può essere la risposta. Non parlo di riempire un vuoto, parlo di occupare uno spazio. Sono cose diverse.

La stessa differenza che passa tra la noia che genera catastrofi, depressione, problemi, ripercussioni sulla vita del prossimo e la noia che può portare a un libro, un brano, un dipinto, una ricetta, un progetto, una qualsiasi cosa che faccia dimenticare non solo la noia, ma perché la stavamo provando. La creatività ha un che di rivoluzionario e può prendere spunto dalla vita in qualsiasi contesto.

Questo articolo non vuole essere buonista e nemmeno far finta che la noia non esista.

La verità, infatti, è che si annoiano proprio tutti, solo che alcuni abbassano la serranda in salotto e altri fanno entrare la luce. Siate questi altri.

Alessandra Litrico

Responsabile comunicazione e social media Dario Flaccovio Editore

Nessun libro disponibile.

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