Personal branding: non conta essere i migliori, ma essere diversi

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ragazza che lavora al computer

Non siamo più negli anni ’90: erano tempi in cui il personal branding era fatto di slogan, promesse, manifesti in cui le aziende sbandieravano di essere leader del settore, le migliori sul mercato. Tutto questo, oggi, non serve a niente.
Ho appena finito di rileggere il libro di Riccardo Scandellari “Fai di te stesso un brand” nella sua III edizione aggiornata e totalmente rivista, e questo concetto emerge dalla penna di Skande in maniera sempre più chiara, man mano che si approfondisce il testo.
Il fatto di essere o meno esperti dovrebbe trapelare, anzi, dovrebbe farsi spazio in maniera inequivocabile attraverso il tuo web content, le tue parole, le tue azioni.

Dipingerti come il leader o il top sul mercato, non farà di te un leader o un guru, semmai contribuisce ad accentuare una sorta di esigenza di ricevere una conferma esterna. Chi sa quanto vale lo dimostra, non lo dice.
E questa potremmo definirla già di per se “diversità” rispetto alla monotonia delle masse di professionisti e delle tante aziende che credono di fare la differenza in bold o urlando online.

Le persone non si fidano di ciò che dici ma del riscontro che hai. Se una cerchia più o meno ampia di utenti o clienti manifesta approvazione, fiducia e sostegno, le altre persone tenderanno a incuriosirsi, approfondire qualcosa che ti riguarda e fidarsi a loro volta.

Personal branding: come essere diversi?

La diversità attiene allo stile, a un modo d’essere, non è artificiosa, anzi, è la cosa più semplice in cui tu possa imbatterti: tu sei nato diverso da tutti gli altri.
Quali sono i tuoi punti di forza? In cosa ti distingui rispetto ad altri?
Diversità è specificità. Dimmi in cosa sei specializzato, cos’è che puoi darmi più degli altri.
Il tuo modo di essere merita di uscire fuori in tutto il suo splendore e la sua complessità: non solo i tratti eticamente condivisibili, ma anche la schiettezza, l’ironia, la tua capacità di entrare in empatia con gli altri, la tua determinazione o, ancora, la tua semplicità, la tua naturalezza.

Tantissimi brand hanno elementi in comune, a partire dai prodotti che vendono sul mercato, ma ciò non significa che non facciano la differenza o che i loro clienti non li scelgano per specifiche caratteristiche che li distinguono, nel dettaglio e nelle sfumature, da tutti gli altri.
Charles Bukowski scriveva: “lo stile è una differenza, un modo di fare, di essere fatto”.
La differenza, come dice la parola stessa, ti distingue dalla massa e permette alle persone di apprezzarti per quello che sei veramente.

Ecco cos’è il “branding”, la percezione dell’unicità, della tua unicità, da parte di chi ti segue, legge o compra i tuoi prodotti e servizi.
Come fare di te stesso un brand nel dettaglio, invece, te lo spiega Riccardo Scandellari in libreria e sul nostro negozio online con il suo libro, per la collana Spirali. La “cugina” delle nostre collane, tra cui la Web Book e la Accadde domani, intende assecondare la trasformazione che in questi anni il personal branding e Skande stesso, che ne è uno degli autori più seguiti e di maggior successo, hanno attraversato.
Questa terza edizione del manuale si presenta con una riscrittura totale, che della prima e della seconda non ha più nulla , e ci propone una chiave di lettura più attuale, adatta ai tempi mutati, per sottolineare la consapevolezza, la sincerità, lo sviluppo e la proposizione della propria unicità, abbandonando l’approccio più tecnico che caratterizzava le edizioni precedenti. Buon personal branding!

Alessandra Litrico

Responsabile comunicazione e social media Dario Flaccovio Editore

Nessun libro disponibile.

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