Fai Neuromarketing e avrai più successo!

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Secondo te quanti nuovi prodotti falliscono dopo qualche mese dal loro lancio sul mercato? 1 su 10, 2 su 10, 3 su 10 o di più?

Negli Stati Uniti, diverse ricerche effettuate sui prodotti americani parlano di 8 prodotti falliti su 10. In tutto il mondo, secondo l’IXP Marketing Group, ogni anno vengono lanciati 21.000 nuovi marchi, il 90% dei quali viene ritirato dagli scaffali nel giro di un anno. Il Giappone risulta essere il Paese con il più alto tasso di fallimenti.

Che siano 8 o 9 su 10 i prodotti destinati al fallimento nel giro di pochi mesi, il dato rimane comunque inquietante e ci porta a riflettere sulle reali potenzialità del marketing tradizionale di predire il successo di un prodotto (diciamo che, date le statistiche, le previsioni del marketing, nella maggior parte dei casi, non sono state proprio azzeccatissime).

Questi dati ci fanno riflettere sul fatto che, spesso, il manager d’azienda brancola nel buio nonostante abbia a disposizione una valanga di dati e di trend di mercato. Purtroppo l’intuito e la genialità del manager (stile Steve Jobs) non sono di tutti! Allora come fare per diminuire il numero di prodotti fallimentari lanciati sul mercato e tutti gli investimenti economici dei quali si è sobbarcata l’azienda per il lancio?

Le aziende di tutto il mondo (prevalentemente quelle statunitensi) si erano stufate di questi numeri terribili e hanno cercato di trovare la strategia giusta per fare in modo che il marketing diventasse più efficace nella realizzazione e nel lancio dei prodotti al fine di diminuire il rischio di fallimento. Le aziende si erano accorte che le, sempre più, sofisticate tecnologie per lo studio sul cervello a scopi medici (studio di tumori, ictus, epilessia, ecc.) potevano essere utilizzati anche a scopi “non medici” per studiare il cervello durante il processo d’acquisto.

Ed è così che è nato il neuromarketing!

Il neuromarketing è, infatti, il connubio tra il marketing tradizionale e le neuroscienze. Queste ultime sono le scienze che studiano come il nostro cervello pensa, prova emozioni e prende decisioni nella sua vita e rappresentano la fusione di diverse discipline tra cui biologia, anatomia, neurologia, neuropsicologia, e psicologia cognitiva.

L’obiettivo del neuromarketing è comune a quello del marketing tradizionale: entrambi vogliono aumentare le vendite del proprio prodotto ma ciò che cambia rispetto al marketing tradizionale sono le tecniche utilizzate per iniziare una qualsiasi strategia o tattica vincente che sono atte a verificare se il marketing sta andando nella direzione più giusta.

Il neuromarketing ci aiuta a:

  • Capire cosa succede realmente nel cervello delle persone quando sono sottoposte ad uno stimolo. Lo stimolo, nel neuromarketing, può essere un prodotto, la pubblicità di questo prodotto, una brochure o qualsiasi altra attività di marketing finalizzata alla vendita. Lo stimolo può essere studiato da solo oppure in relazione ad altri stimoli come avviene, per esempio, sul punto vendita dove il proprio prodotto è affiancato a prodotti della concorrenza.
  • Capire la differenza tra ciò che le persone dicono di pensare e ciò che, realmente, il loro cervello sta pensando. Il neuromarketing ci aiuta a capire cosa sta pensando realmente la persona che, molto spesso, non coincide con ciò che questa persona dice di pensare. Vuoi un esempio? Nel cervello non esiste la desiderabilità sociale: alla classica domanda di una promoter in un supermercato “Comprerà questo prodotto?”, la persona può rispondere: “Si lo compro di sicuro” ma poi in realtà non sarà così. Ecco il mismatch tra ciò che la persona pensava realmente (“Col cavolo che lo compro! Costa troppo!”) e quello che la persona dice di pensare, in questo caso per far contenta la promoter o per evitarsi altre domande sul perché non lo comprerà.

Il neuromarketing viene usato esattamente dove viene usato il marketing. Qui sotto alcuni esempi:

  1. Brand
  2. Prodotto
  3. Pubblicità e promozione
  4. ecommerce e shopping experience
  5. Digital e social media marketing
  6. Intrattenimento ed eventi (video, film, trailer, colonne sonore, show, flash mob, street marketing, giochi, simulazioni)
  7. Comunicazione (istituzionale, aziendale, di brand, politica, no profit, ecc.)

Tweet: Non limitarti a fare marketing, fai neuromarketing e avrai più probabilità di successo!

Ringraziamo Laura Pirotta e ti suggeriamo di dare uno sguardo al suo ultimo libro “Strategie e tattiche di Neuromarketing per aziende e professionisti” in cui ti darà tutte le nozioni fondamentali per sviluppare il tuo business con successo, anche offline!

Laura Pirotta

Sito personale : laurapirotta.com
Psicologa clinica specializzata in neuroscienze e Presidente dell’associazione culturale delle neuroscienze applicate (NINA). È docente, formatrice e consulente aziendale di Neuroscienze applicate al business.

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