Inbound marketing e le keyword giuste per farsi trovare

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Produrre contenuti che poi nessuno cerca, è inutile e rappresenta una grande perdita di tempo. Meglio quindi investire qualche minuto del tuo tempo per capire cosa cercano davvero i tuoi potenziali clienti e dare il giusto nome a questi intenti di ricerca.

Questo articolo allora è ciò che fa al caso tuo: parliamo di keyword e di come selezionare quelle giuste per farsi trovare.

Come selezionare le keyword giuste per farsi trovare

Creare un contenuto che serva a rendere più visibile la tua azienda –con l’obiettivo finale di aumentare le vendite di prodotti o servizi- significa rispettare due regole di base:

  1. inserire parole-chiave selezionate a monte, che lo aiuteranno ad emergere nella pagina dei risultati di ricerca di Google
  2. renderlo utile per il target di clienti, perché pur trovandolo sul motore di ricerca -se non risulterà interessante- nessuno lo leggerà

A questo punto per selezionare le keyword giuste occorre innanzitutto utilizzare appositi strumenti come Google Keyword Planner.

Da dove cominciare? Il modo migliore è pensare a ciò che caratterizza la tua azienda, al suo elemento differenziante o al servizio principale che offri (ad esempio inbound marketing). Inserisci questa parola all’interno dello strumento e otterrai una lista di altre keyword utili da utilizzare. È importante a questo punto fare una selezione, scegliendo ad esempio (ma è una prima indicazione generica) quelle con volume medio-alto e una competizione non troppo elevata.

Hai ottenuto una lista di keyword utili da sfruttare per il tuo business; in teoria però potrebbe andar bene anche per decine di altre aziende di inbound marketing. È giunto il momento dunque di personalizzare l’elenco. Elimina le keyword troppo generiche o quelle troppo di nicchia, così come le combinazioni di keyword che, pur essendo pertinenti con l’inbound marketing, risultano troppo distanti da ciò che fai in realtà.

Il terzo passaggio riguarda l’affinamento delle keyword. A questo punto è utile esplorare i risultati di ricerca di Google: meglio aprire il browser in modalità incognito, in modo da non falsare i risultati con i dati delle tue ultime ricerche effettuate. Inserisci le varie keyword selezionate per scoprire quali sono gli intenti di ricerca che Google collega ad una determinata parola. Inserendo ad esempio la keyword generica inbound marketing, Google seleziona: definizione (il primo risultato è di Wikipedia), significato, cos’è ecc…

Se vuoi realizzare un contenuto informativo, come una guida ad esempio, questa keyword è idonea. Ma se desideri proporti come partner aziendale in ambito marketing e vendere i tuoi servizi di seo, content marketing e lead generation, è necessario scegliere keyword più specifiche.

Vediamo quali.

Strategia di inbound marketing: i diversi tipi di Keyword da utilizzare

Grazie all’analisi effettuata fino a questo punto, appare evidente che le keyword non sono tutte uguali. Ogni keyword è strumentale al raggiungimento di un obiettivo, a seconda di dove si trova il cliente nel suo percorso di acquisto. Quelle più generiche e brevi sono legate a contenuti di tipo informativo, ricchi di consigli per chi legge, orientativi. Sono in genere quelli che creano maggior traffico verso il sito aziendale, che generano nuovi lead da coltivare nel tempo attraverso la newsletter ad esempio. Dal momento però che chi cerca informazioni generiche non è in genere propenso ad acquistare nell’immediato, questi articoli con keyword informazionali non hanno un alto tasso di conversione.

Le keyword più importanti dal punto di vista del fatturato, sono le cosiddette keyword di vendita (o transazionali): sono quelle che, se inserite nella barra di ricerca, indicano una chiara propensione all’acquisto da parte del potenziale cliente. Se alla keyword inbound marketing aggiungi vendita alla fine della query, otterrai articoli su come aumentare le vendite dell’azienda grazie a questa metodologia.

È evidente che una keyword più lunga e specifica (longtail) come questa, ha volumi di ricerca più bassi di una generica: ma per aumentare le conversioni è molto più importante intercettare l’intento commerciale che non incamerare visite improduttive. Ovviamente “vendita” è solo un esempio, possiamo verificare, utilizzando gli appositi tool, svariati abbinamenti della keyword principale, ad esempio con offerta, sconto, coupon.

Aggiungiamo qualche considerazione sulle keyword navigazionali. Si tratta di keyword legate in modo diretto al nome della tua azienda o del prodotto/servizio che vendi. Le persone navigano su Google ricercando in modo specifico quel prodotto, quel brand, di cui conoscono già il nome. Sono le keyword legate spesso ai termini migliore, low cost/economico, recensioni ecc…

Per concludere questa analisi su come scegliere le keyword più giuste per farsi trovare, ricordiamo che esiste una differenza nei criteri di scelta anche a seconda che la ricerca avvenga da computer o da mobile. In linea di massima, sul desktop si ha modo di scrivere in modo più agevole e quindi le frasi-chiave, inserite nella barra di Google, possono diventare piuttosto lunghe. Lo smartphone invece si presta a keyword più brevi da digitare e, sempre più spesso ormai, alla ricerca tramite comando vocale.

 

Emanuel Paglicci

Sito personale : www.ander.group
Emanuel Paglicci è General Manager di Ander Group. In Ticino, è il primo ad introdurre HubSpot e la metodologia Inbound, con 15 certificazioni acquisite. Autore del libro "I contatti servono se sai trasformarli in clienti ricorrenti" (edito Flaccovio), Co-docente del corso APF Specialista in Marketing (SMS School), Docente di Inbound Marketing presso la SSSE (Scuola Specializzata Superiore di Economia) di Bellinzona (CH), Keynote Speaker e relatore presso la Camera di Commercio del Canton Ticino.

Libri scritti da Emanuel Paglicci

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