Voice Technology e Voice Search: come la voce sta cambiando le nostre vite

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Hai mai utilizzato una smart TV di ultima generazione? Questi dispositivi permettono di utilizzare la voce per fare le ricerche tra i contenuti a disposizione, su YouTube, su Netflix, su Disney+, ecc..

Se ti sembra un concetto banale, prova a tornare ad un modello senza questa funzionalità (quando si cercava attraverso il tastierino virtuale o una tastiera wireless).. ti sembrerà di impazzire!

Perché avrai questa sensazione?

Perché il fatto di utilizzare la voce rende l’interazione con i dispositivi più semplice e naturale, fa risparmiare tempo, introduce fenomeni come l’empatia e la possibilità di esprimersi come se si parlasse con un conoscente.

Una tecnologia che permette tutto questo fa cambiare il comportamento delle persone, le quali iniziano a compiere delle azioni in modo completamente nuovo e, visti i vantaggi, si abituano e si affezionano alle nuove modalità.

Quando un’evoluzione tecnologica fa cambiare il comportamento delle persone, si è di fronte a qualcosa di importante che, anche dal punto di vista del marketing e della comunicazione dei brand, modifica le dinamiche in gioco, fino a cambiare il modo stesso di concepire i prodotti.

Cosa intendo? Riprendiamo l’esempio della TV. Oggi, la presenza della ricerca vocale per il controllo della TV o del decoder è un requisito fondamentale per essere al passo con i competitor. E all’inizio, quando la funzionalità rappresentava una novità, diversi produttori l’hanno usata come leva di marketing.

E se cambiassimo settore? Parliamo di automotive, ad esempio. Tutte le vetture, attualmente sono dotate di un assistente vocale. Uno studio dal titolo “In-Car Voice Assistant Consumer Adoption Report 2020”, pubblicato ad inizio 2020 da voicebot.ai, afferma che oltre il 60% delle persone dichiara di essere influenzato (con diverse intensità) dalla presenza dall’assistente nella scelta dell’auto da acquistare. Lo studio è relativo al mercato statunitense, ma il dato è comunque molto significativo. I produttori hanno dovuto adeguare le automobili (cambia il prodotto) ed hanno usato tale funzionalità come leva di marketing (“Hey Mercedes, chiama mamma”).

Cosa c’è alla base del cambiamento?
Perché parleremo sempre di più con le “cose”?

Alla base di tutto, c’è quella che viene definita voice technology. Prova a chiedere a Google Assistant per averne una definizione: “Hey Google, cos’è la voice Technology?”.

Se l’hai fatto, oltre ad ottenere l’informazione, hai appena messo in atto una ricerca vocale (voice search), e se hai interagito con uno smart speaker, probabilmente hai ricevuto una notifica push sullo smartphone che ti permette di approfondire attraverso un mio post nel blog di site By site.

Potente, vero?

Sintetizzando, la voice technology è ciò che permette alle macchine, alle “cose”, di comprendere l’intento delle persone e compiere azioni non schiacciando bottoni o scrivendo, ma semplicemente parlando! Ovvero utilizzando il canale più intuitivo che abbiamo.

Perché è sempre più diffusa?

Perché è semplice. Mia figlia di 6 anni gioca ed avvia le sue serie di Netflix sulla smart TV con la voce. L’altra mia figlia, di quasi due anni, prova già a chiamare Google, dicendogli (a suo modo) di accendere l’albero di Natale.

Perché è veloce. Parliamo moto più velocemente di quanto possiamo scrivere. Un post de Il Sole24Ore afferma che “Pronunciamo 150 parole al minuto, riusciamo a scriverne 40”! Chiunque abbia provato ad inviare messaggi attraverso un assistente, o ad impostare promemoria, sveglie e timer con la voce non tornerà mai più indietro.

Perché fa risparmiare tempo. Immagina le applicazioni per migliorare la produttività: i medici possono dettare i risultati delle visite agli assistenti, e lo stesso vale per i manager  con i briefing report, ad esempio. Il tutto con sistemi di classificazione intelligente.

Perché permette di ottenere informazioni e compiere azioni mentre facciamo altro. Come si dice spesso: “azioni a mani libere e occhi liberi“. Ad esempio puoi interagire con un assistente mentre stai guidando, prenotando “il solito” con JustEat. Puoi interagire con uno chef virtuale mentre prepari un piatto.

Il concetto “a mani libere” non è da sottovalutare soprattutto nel “periodo covid” che stiamo attraversando! Pensiamo, ad esempio ad ascensori a comando vocale che evitano il fatto che tutte le persone utilizzino la stessa tastiera.

Per una questione di empatia. In fondo, le persone parlano con qualcuno.. anche se dovremmo dire con qualcosa. Ma pensa agli utilizzi per le persone anziane ed il settore salute (con una parentesi sempre aperta ai lockdown che stiamo vivendo). Di fatto assegniamo al nostro assistente virtuale un’umanità che i device elettronici ci avevano fatto dimenticare da tempo.

Perché gioca un ruolo sempre più importante in ambito di salute e benessere. Conosci i progetti Euphonia e Understood di Google? Ti consiglio di approfondirli per comprendere quanto la voice technology può aiutare le persone a migliorare la propria condizione di vita. E ti consiglio di approfondire anche il progetto VoiceWise: un progetto italiano che permette di realizzare diagnosi mediche (anche relative al Covid-19) attraverso l’analisi della voce.

Perché è ovunque.. e lo sarà sempre di più! Non parliamo più solo con lo smartphone o lo smart speaker, ma anche in auto e attraverso gli indossabili.

Tutto diventa un’estensione della smart home.. tutto diventa un’estensione del nostro salotto! E con questo introduciamo l’Ambient Computing.. ovvero di un concetto di “sistema diffuso” che ci mette a disposizione dei servizi solo quando ne abbiamo bisogno e scompare quando non serve. I nostri dispositivi sono presenti, ma non sono più al centro dell’attenzione. L’obiettivo è quello di tornare a mettere le nostre vite al centro! E l’assistente ha lo scopo di aiutarci a “vivere le nostre vite”.

E tutto ciò si amplificherà con l’era IoT (Internet of Things), in cui aumenteranno enormemente i device connessi che ci circondano.

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Una rivoluzione.. per tutti

Abbiamo compreso, quindi, che siamo di fronte ad un cambiamento importante.

Per gli utenti, perché possono compiere azioni attraverso nuove modalità e stanno acquistando (e indossando) nuovi dispositivi dotati di assistenti vocali che si fondono con la routine quotidiana.

Per i brand, perché possono contare su nuovi touchpoint per comunicare con i clienti, ottenendo delle relazioni più naturali e significative e facendo crescere il loro business. Contemporaneamente, possono integrare nuovi mezzi per rafforzare il processo di digital transformation.

Per le agenzie di comunicazione e gli sviluppatori, perché possono accompagnare i brand nella creazione di nuove esperienze coinvolgenti.

Per le istituzioni, perché possono offrire nuovi servizi alle persone, per migliorare i metodi di fruizione delle informazioni abbattendo barriere (ad esempio linguistiche).

Lo scopo di “Voice Technology”

Il libro Voice Technologyrappresenta un viaggio nell’universo della “voce” e delle sue potenzialità, con uno scopo preciso.. quello di tracciare un percorso attraverso l’universo vocale per chiarire i concetti, comprendere la direzione, interpretare e mettere a punto delle strategie concrete partendo dalla ricerca vocale e arrivando alla realizzazione di applicazioni vocali per i diversi assistenti.

Probabilmente molti credono sia prematuro ragionare e investire su questi concetti. Tuttavia la direzione intrapresa dai top player è abbastanza chiara: l’abbiamo visto già nel 2019 in eventi importanti come Google I/O, Made by Google, Amazon Alexa Voxcon, ecc., ma basta osservare l’intensità con la quale sviluppano e promuovono prodotti e funzionalità, con l’obiettivo di rendere i loro assistenti “per tutti”, e quindi di aumentare il più possibile la penetrazione dei device che ne permettono l’utilizzo nella vita delle persone.
I prodotti generati da questa tecnologia non possono più essere considerati “giocattoli per nerd”, ma sistemi evoluti, utili, che fanno risparmiare tempo e che sono d’aiuto nella vita di tutti i giorni. La voce coprirà una gamma di utenza praticamente totale, con un campo d’azione che va dal business all’entertainment, fino all’accessibilità, alla salute e al benessere. Le applicazioni potranno essere pressoché infinite, e nel corso del libro ne vedremo diverse.

“Non aspettiamo un post nel blog di Google per agire. Proviamo ad anticipare i tempi!” 

All’interno del testo, troverai esempi, ricerche e risorse per comprendere questa nuova dimensione, e troverai anche i riferimenti per rimanere sempre aggiornato.. e come se non attraverso la voce di un podcast e di applicazioni vocali!?

Ringraziamo Alessio Pomaro per questo interessante approfondimento su come sfruttare la voce e le sue potenzialità e ti ricordiamo che per ricevere tutte le novità in cantiere e i nostri articoli futuri è sufficiente iscriverti alla nostra newsletter!

Alessio Pomaro

Head of voice technology e SEO manager (site By site) è un ingegnere informatico appassionato di marketing e tecnologia. Nel 2018 si interessa a NLP e interfacce vocali (VUI). Dal 2019 coordina Voice Branding. Relatore a eventi di settore, è docente di voice search strategy e SEO.

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2 Commenti
  1. onion list 3 anni fa
    • Redazione 3 anni fa

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