Google Plus chiude, chi se ne accorgerà?

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Google Plus chiude ad aprile 2019, ben quattro mesi in anticipo rispetto a quanto era stato previsto inizialmente.

La decisione si è resa necessaria dopo che si è verificata una seconda violazione della sicurezza avvenuta a novembre che ha messo a rischio le informazioni personali di circa 52,5 milioni di utenti.

Avete presente quello che accade quando vediamo il tasto “accedi con Facebook”? Quella di Google Plus permetteva alle app di vedere più informazioni di quelle autorizzate dall’utente.

Questo ha comportato un rischio per nomi, indirizzi email, professione, sesso, data di compleanno, stato delle relazioni sentimentali degli utenti.

Tutto, ovviamente, a prescindere dal fatto che gli utenti avessero deciso di mantenere private queste informazioni oppure di renderle visibili.

Secondo Google non ci sarebbero prove dello sfruttamento o dell’ utilizzo dei dati esposti. Almeno, Google non ha rintracciato le prove, in ogni caso la decisione di chiudere il servizio è stata presa e ne prendiamo atto.

Si rende adesso necessaria una fase di recupero dei dati, esportandoli dal nostro profilo.

Google Plus, come esportare i dati del profilo

Google Plus chiude, ma cosa ne sarà di tutti i dati degli utenti? Quando si lascia una casa, la cosa più logica da fare è un bel trasloco.

Esportare i dati del profilo personale su Google è un’operazione piuttosto semplice e si rende necessaria laddove non si volessero perdere per sempre queste informazioni.

Google mette a disposizione uno strumento utile, si chiama Google Takeout  e basterà, cercando la sezione che ci interessa, selezionare i dati da includere ed esportare in pochi minuti.

A questo punto, scegliamo se inviare i dati via mail, salvarli su Dropbox o Drive, o ancora, comprimere i dati da salvare.

Una volta salvati i dati, non ci sarà più ragione di preoccuparsi, Google Plus diventerà come una città fantasma, anche se fino a questo momento, a dire il vero, non è mai stata una metropoli.

Qual è stato il motivo per cui questo social non ha mai spiccato il volo?

Google Plus, alla ricerca di un’identità

Probabilmente, gli utenti non hanno mai compreso i reali vantaggi o gli elementi distintivi di Google Plus rispetto a qualunque altro social network.

Migliaia di professionisti hanno collegato il loro profilo al proprio sito personale per permettere di salire nei risultati del motore di ricerca Google, ma premesso ciò, l’utilizzo concreto del social network da parte degli utenti è sempre stato decisamente  basso rispetto ad altre piattaforme social.

Facebook è sempre stato inarrivabile e Google Plus non è riuscito a scalfire il social network più famoso al mondo, prima di tutto, perché non è stato in grado di fornire un quid, un elemento distintivo capace di far si che gli utenti potessero considerarlo come un social con una propria identità.

Facebook è il social generalista, dove tutti sono su piazza, le attività promuovono prodotti e servizi, i professionisti emergono intercettando i propri target, dialogando, mostrando il proprio valore.

Instagram è inimitabile, il social visual per eccellenza dove la bellezza, l’estetica, l’apparenza e la vita di ciascuno di noi possono essere valorizzate e mostrate attraverso foto munite di filtri particolari.

Twitter coinvolge personaggi noti, intellettuali, politici, opinionisti e tutti coloro che sentono di avere qualcosa da dire, da comunicare giornalmente con le proprie cerchie.

LinkedIn mostra il proprio curriculum, cosa si fa nella vita, in cosa ci si applica, interessi, competenze, relazioni, ma soprattutto, può far decollare il tuo business.

E Google Plus?

Ecco, la risposta è nella mancanza di una risposta, probabilmente.

Quello che voleva essere lo scopo di Google Plus, emergere tra i social come strumento di condivisione di un messaggio con una cerchia, oggi è ciò che non solo prova ma che riesce anche a fare Telegram, che permette di tenere informata la propria community e di aprire le porte al confronto mediante bot, magari per aggiungere reaction o consentire i commenti agli utenti.

Aspettando la chiusura della versione consumer di Google Plus, va puntualizzato comunque che il social network non chiuderà definitivamente: verrà riposizionato tra i social network aziendali e quindi lato business subirà futuri sviluppi tutti da definire e che, soprattutto, terranno conto della sicurezza dei dati degli utenti.

Google, insomma, ha imparato la lezione, vedremo quanto sarà in grado di farne tesoro.

 

 

Redazione

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Coltiviamo la passione per il Web portando avanti i progetti editoriali di Web Book e di webintesta.it ma coscienti di non essere dei guru come i nostri autori. Abbiamo molte cose da imparare ma sicuramente molte altre da insegnare.

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