Riforma sul Copyright: cosa accadrà davvero

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Ci siamo, dopo tanto dibattere in merito, tra critiche, previsioni catastrofiche e paure, il Parlamento Europeo ha approvato la nuova direttiva per aggiornare le regole sul diritto d’autore nell’Unione Europea nell’ambito della riforma sul Copyright.
Ecco i numeri: 438 parlamentari a favore e 226 contro, in 39 invece si sono astenuti.
Negli ultimi mesi la direttiva aveva ricevuto numerose critiche ed era stata al centro di un acceso dibattito tra esperti di diritto, attivisti, piattaforme online e i maggiori gruppi editoriali. Il Parlamento ha approvato una nuova versione, modificata, rispetto alla precedente.

Cosa dicono gli artt 11 e 13 della direttiva sul Copyright

Perché si è giunti alla consapevolezza di dover intervenire in merito alle regole sul Copyright? Semplicemente, perché Internet è cambiato e anche le dinamiche al suo interno.
Si assiste una quotidiana divulgazione, spesso senza freni e limiti, di notizie, informazioni, interviste, recensioni e articoli provenienti dalle più disparate fonti.
Quali fonti? Accreditate, riconosciute, valide, certificate, grandi, piccole realtà.

Il mondo è di chi comunica, il mondo è di chi ogni giorno utilizza motori di ricerca e social network (Facebook, in primis) per reperire informazioni e, in altre parole, filtra le proprie conoscenze attraverso questi mezzi.
Si ritiene quindi del tutto plausibile una normativa che legiferi per regolamentare questo sconfinato utilizzo delle citate piattaforme per acquisire e veicolare informazioni di vario tipo.
Se io, grande realtà editoriale, lavoro con il mio team per produrre e divulgare un lavoro intellettuale, allora le piattaforme che ospitano utenti, milioni di utenti al giorno, i quali accedono alla news tramite preview e titolo presenti su Google e Facebook, devono da queste ultime ricevere adeguato compenso.

La proposta di riforma del copyright che l’Europarlamento ha approvato mercoledì 12 settembre – dopo averne discusso per due anni – tutela i contenuti sul web. Quelli giornalistici, certamente, ma anche di tutti coloro che scrivono, producono e divulgano a vario titolo contenuti e vengono rilanciati dalle grandi piattaforme.

Va sottolineato un dato molto importante: il testo richiede espressamente che siano i giornalisti stessi, e non solo le loro case editrici, a beneficiare della remunerazione derivante da tale obbligo di responsabilità.
Nel tentativo di incoraggiare le start-up e l’innovazione, il testo esclude esplicitamente dalla legislazione le piccole e micro imprese del web.

L’equo compenso che andrebbe corrisposto dalle piattaforme agli editori (previsto dall’art. 11 della direttiva) e il controllo che le piattaforme online dovrebbero esercitare su ciò che viene caricato dai loro utenti (art. 13) sono ancora adesso, in queste ore, oggetto di dibattito e timori, soprattutto per le piccole realtà editoriali, in quanto le grandi piattaforme (Google, in primis) potrebbero manifestare un disimpegno nei loro confronti.

Copyright e Fake news

Se la maggior parte delle persone, come si evince dalle statistiche, non leggono le notizie ma si soffermano in particolare sul titolo e sullo snippet o la preview, è chiaro che Google e Facebook, che propone queste notizie all’interno delle sue piattaforme, trae enorme beneficio nonchè un enorme ritorno economico.

Altro discorso importante è legato alle fake news. Lo sappiamo tutti: sono le notizie false, le bufale, che girano indisturbate per il web. Cosa potrebbe accadere?
Hanno interesse a diffondersi, non è un’informazione di qualità, anzi, è mera disinformazione e questa normativa potrebbe favorire la diffusione a macchia d’olio proprio delle fake news.

V’è da dire che se a veicolare saranno contenuti ulteriormente “controllati” e filtrati, per cosi dire, dalla normativa, ci sarà una distinzione più netta tra informazione reale e disinformazione.

“Oggi il Parlamento europeo ha sfruttato l’occasione per votare a favore della Direttiva sul diritto d’autore con una differenza di quasi 200 voti. La Direttiva fornirà finalmente gli strumenti per garantire l’equa remunerazione richiesta dai creatori di contenuti”, ha rilevato GESAC, l’European Grouping of Societies of Authors and Composers, esprimendo anche un ringraziamento per “i molti deputati che hanno lavorato instancabilmente negli ultimi mesi e anni, lottando contro la disinformazione e non piegandosi alle enormi pressioni dai giganti della tecnologia”.

“Questo processo porterà a un risultato positivo e che metterà fine in modo definitivo al trasferimento di valore che ha caratterizzato il rapporto tra cultura e giganti della tecnologia negli ultimi anni”, ha aggiunto l’associazione”. “Oggi è una vittoria per l’Europa e la sua indipendenza da alcuni giganti della tecnologia che hanno approfittato di una legislazione obsoleta per consolidare ulteriormente il loro predominio dannoso e per sottrarre valore all’Europa e ai creatori di contenuti del vecchio continente”, ha rimarcato Anders Lassen, presidente di Gesac, mentre Véronique Desbrosses, direttore generale, ha concluso: “il Parlamento Europeo ha scelto di adottare una legislazione equilibrata che andrà a vantaggio dei cittadini, delle imprese, dei creatori di contenuti e dell’Europa nel suo insieme”.

Copyright: cosa cambia

Il Parlamento Europeo, in queste ore, ha approvato la nuova direttiva sul Copyright, dopodiché passerà al Consiglio dell’Ue per poi diventare legge.

Stando a quanto fino ad ora discusso qui sopra, ecco cosa cambia: le piattaforme dovranno controllare ciò che viene caricato dai propri utenti scoraggiando contenuti protetti dal diritto d’autore.

In parole povere: la responsabilità sarà delle piattoforme, non degli utenti!

Ragion per cui, le grandi piattaforme (vedi Google) dovranno trovare accordi con i grandi della comunicazione online.

Esistono eccezioni previste dalla norma, in quanto si rende necessaria la tutela del diritto alla libera circolazione delle idee e dei materiali. Vediamo insieme queste eccezioni, dunque!

  • Meme e gif, saranno svincolati dalla normativa
  • Portali senza scopo di lucro (come Wikipedia) non saranno interessati dalla nuova legge
  • Startup con meno di tre anni di vita e introiti annuali inferiori a 10 milioni con traffico mensile medio di utenti inferiore a 5 milioni

Diritto d’autore: criticità e rischi

Potrebbero esserci dei rischi derivanti dall’applicazione di questa direttiva?

Le piattaforme potrebbero, in linea di principio, decidere di esimersi dal pagare i diritti d’autore e quindi applicare filtri molto stringenti ai materiali condivisibili, comprimendo di fatto la libera circolazione delle idee.

L’auspicio è che si crei un equilibrio tra reciproci diritti e non si giunga a situazioni estreme che potrebbero portare anche alla diminuzione del traffico di un sito creando situazioni svantaggiose per tutti coloro che lavorano all’interno di un dato contesto.

Non ci resta che aspettare, poiché la direttiva sarà legge solo nel 2021. Tempi biblici per il mondo digitale soggetto a continui mutamenti. Ne vedremo delle belle!

 

 

 

Alessandra Litrico

Responsabile comunicazione e social media Dario Flaccovio Editore

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